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Dott.ssa Nadia Izzo
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Stare soli fa bene?

 

 

Stare soli fa bene? Oppure no?

L’esperienza della solitudine è comunque inevitabile. Prima o poi succede, ci ritroviamo soli, sperimentando un bouquet di emozioni contrastanti che ci trascina in un vortice apparentemente senza via d’uscita.

 

Lo studio

La solitudine, lo stare soli con noi stessi e i nostri pensieri, è un’esperienza che generalmente tendiamo a evitare, come dimostra uno studio condotto da ricercatori delle Università americane della Virginia e di Harvard, pubblicato su Science.

Dall’ indagine è emerso come oggi non sia facile restare da soli: la maggior parte dei 700 partecipanti, ai quali gli sperimentatori hanno imposto periodi di isolamento, ha dichiarato infatti di aver vissuto questa esperienza come estremamente spiacevole.

Secondo gli studiosi, quando stiamo soli e inattivi, la nostra mente tende a fissarsi sulle cose che non ci piacciono di noi stessi e a prevedere scenari catastrofici.

In effetti, quanti di voi hanno pensato, in questi momenti, di venir “sbranati dai cani alsaziani” o ancor peggio di arrendersi allo stato di “zitellaggio perenne”?

 

 

La nostra cara Bridget Jones descrive benissimo questa sensazione negli esilaranti monologhi del mitico film “Il diario di Bridget Jones”, nel quale da anni le ragazze e donne di tutto il mondo si identificano.

 

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Dott.ssa Nadia Izzo
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Un libro ti cambia la vita: il potere terapeutico della lettura

 

 

Giorni fa mi sono imbattuta nella visione di un cortometraggio “The Library” del regista Jason LaMotte. L’articolo che accompagnava il video affermava: “ " The Library è un cortometraggio di 20 minuti che vi farà innamorare delle biblioteche e della loro area romantica.”

 

Dovevo vedere quel video!

Con un incipit del genere mi sono incuriosita e, messa comoda al mio computer, ho pigiato lo start.

È stata magia pura, emozione fortissima, ritorno al passato.

La trama è molto semplice: una ragazzina di 13 anni, si reca in biblioteca tutti i giorni in bicicletta. Qui, mentre è assorta nel suo studio, inizia a ricevere dei fogliettini nascosti sotto ai suoi libri da un ammiratore segreto. Ogni biglietto corrisponde a un libro, in ogni libro è segnato un brano romantico, che la ragazza legge e si ripete nella mente fino al giorno successivo e all’arrivo di un nuovo foglietto. Chi sarà questo ammiratore amante dei libri?

 

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Green Day e tagli sulle braccia: la storia di Adelaide

 

 
Perché dovrei dire le mie cose ad un’estranea?
 
Adelaide entra nella  stanza, sembra più grande, sembra avere più di 14 anni.
 
E’ timida, silenziosa, riservata, e quasi infastidita; non ha scelto lei di essere qui. Per lei io sono un’estranea. E sono una psicologa. E dalle psicologhe “ci vanno i matti”.
 
Si siede di fronte a me e con un’autenticità disarmante, e mi chiede:
 
" Secondo lei, perché dovrei dire le mie cose ad un’estranea?"
 
Inizia così la nostra relazione terapeutica.
Io ed Adelaide: da una parte una terapeuta messa in discussioni dalle parole del paziente, dall’altra un’adolescente guardinga che non si fida di nessuno.
 

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Dott.ssa Nadia Izzo
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Come uso i personaggi di "Inside Out" con i miei pazienti

 

 

Una richiesta insolita

Una richiesta un po' bizzarra e forse un po' provocatoria appare sul sito Reddit:

Come sarebbe Inside out senza le scene 'inside' ?

La sfida é colta da uno studente di cinema dell'Università dello Utah, Jordan Hanzon, il quale decide di montare insieme gli spezzoni di vita "reale" di Riley (la protagonista del film), eliminando tutte le parti che mostrano le vicissitudini di Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto e Rabbia, i cinque personaggi che abitano e animano la vita interiore della piccola.

Il risultato é un film di 15 minuti di Inside Out, che prende il nome di "Outside Edition".

 

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02 Marzo 2021

Nadia Izzo - Psicologa - Psicoterapeuta

Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Basilicata in data 26/03/2007

Copertura Assicurativa n° di Polizza 500216023

Studio: Via Premuda 4, Roma - Cell. 339.7895520

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